Pasolini e il viaggio in Italia. “La lunga strada di sabbia” tra sopravvivenze arcaiche e modernizzazione
DOI:
https://doi.org/10.58221/mosp.v117i2.14597Keywords:
Pasolini, Viaggio, Lunga strada di sabbia, modernizzazione, arcaico, etnografia, reportageAbstract
L’intervento si concentra su un testo considerato minore di Pasolini, il reportage antropologico La lunga strada di sabbia, concepito nel 1959, in pieno boom economico, come resoconto giornalistico dedicato al nuovo fenomeno del turismo di massa, ma in realtà del tutto congruente a quel paradigma etnografico che caratterizza la sua opera. Il racconto è messo in relazione con un’ampia congerie testuale connotata dal paradigma antropologico del viaggio, che Pasolini utilizza in maniera precipua: come ricognizione delle preziose sopravvivenze di un passato metastorico e incontro con quei soggetti in ombra che «con una vita di altri secoli sono/ vivi in questo» (“La Terra di Lavoro”). L’intelaiatura drammaturgica del viaggio e dell’incontro, già sperimentata in alcuni poemetti delle Ceneri di Gramsci (“L’Appennino”, “L’umile Italia”, “La Terra di Lavoro”) e ripresa in opere di taglio più evidentemente antropologico (“Viaggio per Roma e dintorni”, “Comizi d’amore”), viene ricondotta al nuovo paradigma etnografico fondato su interdiscorsività tra soggetto e oggetto, narratività, riuso documentario, postura testimoniale del soggetto. Prezioso controcanto metastorico alla modernizzazione, “La lunga strada di sabbia”, sotto l’apparenza di un disimpegnato reportage giornalistico, si rivela essere perciò un nodo essenziale del percorso pasoliniano.
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